Phantoms! by Dean Koontz

Phantoms! by Dean Koontz

autore:Dean Koontz [Koontz, Dean]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: none
pubblicato: 2012-01-30T03:02:11+00:00


Senza attendere risposta, il generale ordinò a due dei suoi uomi-ni, il sergente Harker e il soldato semplice Pascalli, di guardare nel-la cella frigorifera.

— Fermi! — disse Bryce. — Lì non entra nessuno. Finché non avremo qualche informazione in più, resteremo qui, al riparo die-tro i refrigeratori.

— Sceriffo, per quanto io intenda collaborare con lei il più possi-bile, non ha la minima autorità sui miei uomini o su di me.

— Bryce... sono io... Jake... Per amor di Dio, aiutatemi. Mi sono rot-to una gamba.

— Jake? — chiese Copperfield, scrutando Bryce con espressione perplessa. — Sarebbe a dire che l'uomo che sta là dentro è il suo agente scomparso ieri sera?

— Qualcuno... mi aiuti... Gesù, c'è f-freddo... cosi f-freddo...

— Sembra lui — ammise Bryce.

— Visto? — esclamò Copperfield. — Niente di misterioso, a conti fatti.

È rimasto chiuso lì per tutto questo tempo.

Bryce era esasperato. — Le ho detto che abbiamo cercato dap-pertutto questa notte. Anche in quella stramaledetta cella frigorife-ra. Non c'era.

— Be', adesso c'è — disse il generale.

— Ehi, voi! Ho f-freddo. Non riesco a m-m-muovere questa...

male-detta gamba!

Jenny toccò il braccio di Bryce. — È sbagliato. È tutto sbagliato.

Copperfield disse: — Sceriffo, non possiamo restarcene qui e la-sciar soffrire un uomo ferito.

— Se Jake fosse rimasto lì tutta notte — ribattè Frank Autry — a quest'ora sarebbe morto congelato.

— È solo una cella frigorifera — fece notare Copperfield. — L'aria all'interno è fredda, ma non si arriva al congelamento. Se Johnson era ben coperto, non avrà avuto problemi a sopravvivere.

— Ma come c'è entrato? — chiese Frank. — Cosa diavolo ha fatto lì dentro?

— E ieri sera non c'era — intervenne Tal, spazientito. Jake Johnson chiese di nuovo aiuto.

— La cella frigorifera è pericolosa — disse Bryce a Copperfield. — Lo sento. Lo sentono anche i miei uomini e la dottoressa Paige.

— Io no — disse Copperfield.

— Generale, lei è a Snowfield da troppo poco tempo. Non ha an-cora imparato ad aspettarsi l'imprevedibile.

— Falene grosse come un'aquila?

Bryce soffocò la rabbia. — Lei non è stato qui abbastanza a lungo da capire che... be'!... qui niente è come sembra.

Il generale lo studiò con aria scettica. — Non cominciamo col mi-sticismo, sceriffo.

All'interno della cella frigorifera, Jake Johnson si mise a piange-re. I suoi gemiti erano strazianti: il pianto di un uomo disfatto dal dolore e dal terrore. Non sembrava affatto pericoloso.

— Dobbiamo aiutarlo, e subito — disse Copperfield.

— Io non rischio i miei uomini — ribattè Bryce. — Non ancora.

Copperfield ordinò di nuovo a Harker e Pascalli di guardare nella cella frigorifera. Era ovvio che non pensava che potesse esserci il minimo pericolo per uomini armati di fucile mitragliatore, ma rac-comandò comunque di procedere con cautela. Il generale era anco-ra convinto che il nemico fosse grande quanto un batterio o una molecola di gas nervino.

I due soldati corsero lungo i refrigeratori allineati, verso il cancelletto che si apriva sulla macelleria.

Frank chiese: — Se Jake ha aperto la porta, perché non l'ha spa-lancata?

Perché non si lascia vedere?

— È allo stremo delle forze — rispose Copperfield.



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